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Story point per stimare la complessità

Immagine del redattore: Giuseppe SpezzanoGiuseppe Spezzano

Aggiornamento: 10 ott 2024

Bentornati a tutti. Oggi parleremo di una delle parti più misteriose del mondo degli Agile Framework: gli story point per stimare la complessità. Sono Giuseppe, sono uno Scrum Master e mi sto specializzando nella gestione di progetti software tramite metodologia Agile. In questo post voglio condividere con voi quello che sto imparando dalle mie esperienze, nella speranza che possa essere utile anche a qualcun altro.

Gli story point per stimare la complessità sono uno degli strumenti più complicati da comprendere e padroneggiare, in quanto rappresentano un elemento astratto del framework Scrum. Non sono un'unità di misura reale, e richiedono il coinvolgimento di tutto il team per essere utilizzati al meglio. Sebbene non siano essenziali per l'utilizzo di un framework Agile, personalmente li trovo uno degli elementi più interessanti.


Story point per stimare la complessità

Gli story point sono molto utili per stimare la complessità di un lavoro. Con gli story point per stimare la complessità, il team, lo Scrum Master e il Product Owner possono stimare la complessità di un'attività. Non esiste una regola univoca per definirli, ma solitamente si usano numeri che seguono la sequenza di Fibonacci (1, 2, 3, 5, 8, 13, 21). Alcuni team utilizzano altri sistemi, come le taglie delle magliette (XS, S, M, L) o persino le dimensioni dei calici di birra.

Gli story point aiutano a dare una stima relativa del lavoro necessario per completare una determinata attività, tenendo conto di vari fattori come la complessità tecnica, la quantità di lavoro e l'incertezza. Questa stima aiuta a pianificare meglio il lavoro del team e a stabilire aspettative realistiche sia per il team che per gli stakeholder. Essendo una stima relativa, gli story point permettono al team di concentrarsi più sulla complessità che sul tempo, riducendo l'ansia legata alla precisione delle tempistiche.


Come assegnare gli story point

Immaginando di utilizzare la scala di Fibonacci, il team prende visione delle attività da fare e le legge insieme, chiedendo chiarimenti al Product Owner se necessario. Successivamente, ogni membro del team assegna dei punti alle attività utilizzando un set di carte con i numeri della scala di Fibonacci, votando a carte coperte. Una volta scoperti i voti, spesso emerge una certa convergenza tra i membri del team.

Se ci sono divergenze significative tra i voti, ad esempio un 5 e un 13, i membri del team discutono per spiegare le loro ragioni. Questo confronto aiuta a chiarire aspetti delle attività che potrebbero non essere evidenti a tutti e porta il team a una stima condivisa. L'obiettivo non è la precisione assoluta, ma una stima che permetta al team di avere una visione comune del lavoro da fare.

Un aspetto importante è che il confronto tra i membri del team non riguarda solo la complessità tecnica dell'attività, ma anche la conoscenza che ciascun membro ha dei requisiti e delle sfide. Questo processo di discussione consente di ridurre le differenze di comprensione e aumenta la qualità delle stime, poiché ogni membro contribuisce con la propria prospettiva.


La complessità non è solo difficoltà

Per votare una certa attività, è necessario pensare alla sua complessità, che non significa necessariamente difficoltà. Possiamo avere attività difficili, semplici, medie, o semplici ma che richiedono molto tempo. Ad esempio, nello sviluppo di videogiochi, posizionare oggetti in un ambiente 3D non è difficile, ma può essere complesso e richiedere molto tempo e attenzione.

È fondamentale capire che la complessità comprende anche fattori come il livello di incertezza, la necessità di collaborazione tra più persone o team, e l'eventuale dipendenza da fattori esterni. Un'attività può essere semplice da realizzare, ma se richiede il coordinamento tra più parti interessate o è soggetta a cambiamenti frequenti, allora diventa complessa.

Quando si parla di story point per stimare la complessità, è importante rendersi conto che non è solo una questione di misurare la difficoltà, ma anche di valutare tutti questi altri elementi che possono influenzare il successo dell'attività.


Gli story point non sono ore di lavoro

Un errore comune è associare gli story point al numero di ore necessarie per completare un'attività. Questo approccio è sbagliato: gli story point sono utili proprio perché stimare in termini assoluti è difficile. Siamo più bravi a stimare in termini relativi, cioè quanto un'attività è più complicata rispetto a un'altra.

Gli story point riflettono la percezione del team riguardo all'effort, alla complessità e al rischio associato a un'attività. Ad esempio, due attività potrebbero richiedere lo stesso numero di ore, ma una di esse potrebbe avere un livello di incertezza maggiore o richiedere maggiore coordinazione tra i membri del team, e quindi potrebbe ricevere un punteggio più alto in termini di story point.

L'utilizzo degli story point permette al team di concentrarsi su una valutazione più ampia dell'effort necessario, anziché focalizzarsi esclusivamente sul tempo. Questo aiuta a evitare il cosiddetto “effetto calendario”, in cui i membri del team si sentono sotto pressione per rispettare scadenze precise, e invece promuove una visione più flessibile e adattabile del lavoro da svolgere.


Story point per stimare la complessità

L'uso degli story point per stimare la complessità porta diversi benefici. Prima di tutto, aiuta a sviluppare una comprensione comune del lavoro. Durante le sessioni di stima, i membri del team discutono le sfide e i dettagli di ogni attività, il che li aiuta a identificare potenziali problemi prima di iniziare a lavorare.

Inoltre, gli story point consentono al team di prevedere meglio la propria capacità di lavoro (velocità) e di migliorare la pianificazione a lungo termine. Con il tempo, il team diventa più abile a stimare e può usare queste stime per migliorare l'accuratezza delle previsioni future.

L'uso degli story point promuove anche l'auto-organizzazione del team. Poiché le stime sono fatte in modo collaborativo, ogni membro del team ha voce in capitolo nel processo, e ciò porta a un maggiore senso di responsabilità e coinvolgimento nel lavoro.

Spero che questa introduzione agli story point per stimare la complessità vi sia stata utile. Se avete domande o commenti, scriveteli qui sotto. Sarà un piacere confrontarmi con voi e approfondire questi temi nei prossimi post. Grazie per aver letto, e ricordate: keep it simple.



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