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Perché pianificare il lavoro Agile è essenziale

Immagine del redattore: Giuseppe SpezzanoGiuseppe Spezzano

Eccoci in un nuovo episodio. Oggi voglio raccontarvi la storia di ciò che succede in molte aziende durante la fase di pianificazione. Io sono Giuseppe Spezzano, mi occupo di organizzazione del lavoro nei progetti software, lavorando con metodologia Agile. Aiuto le aziende a organizzare meglio il lavoro per accelerare i tempi di sviluppo e migliorare la qualità del lavoro e del team.


La storia della pianificazione

I protagonisti di questa storia, in cui sono sicuro qualcuno di voi rivedrà la propria azienda, sono tre: direzione, project manager e sviluppatori. Tutto ha inizio quando la direzione decide, a fine anno, le attività da realizzare per il nuovo anno. Dopo aver definito le attività strategiche e le relative scadenze, coinvolgono un project manager. Il project manager ha il compito di collocare queste attività in un timeframe specifico, creando una pianificazione ideale, rappresentata dal famoso diagramma di Gantt.

Il diagramma di Gantt nella pianificazione

Il diagramma di Gantt mostra come le attività devono essere distribuite tra le diverse aree aziendali. Ad esempio, l'area A lavora per dieci giorni su una prima attività, poi subentra l'area B, e così via. Ogni attività è pianificata per durare un certo numero di giorni e procede in parallelo con altre attività. In questo modo, si cerca di riempire l'intero anno lavorativo, evitando tempi morti. Tutto sembra molto semplice: basta seguire il piano, rispettare gli orari e fare regolari riunioni di Stato Avanzamento Lavori (SAL) per controllare il progresso. In teoria, niente potrebbe andare storto, giusto?


Le limitazioni della pianificazione rigida

In realtà, nel mondo della produzione software, questo tipo di pianificazione è un'illusione. La produzione del software è piena di variabili e imprevisti, e scrivere delle date su un foglio non basta per garantire il successo del progetto. Il grande problema di questa pianificazione è che chi la crea non è la persona che esegue effettivamente il lavoro. Chi si occupa del lavoro sa benissimo che mettere delle date su un Gantt non garantisce che le cose andranno secondo i piani.


Il coinvolgimento dei lavoratori e i problemi

Quando la pianificazione è pronta, il project manager si rivolge ai lavoratori, comunicando le attività e chiedendo di stimare quando inizieranno e finiranno. In questa fase, però, spesso mancano dettagli specifici e si hanno solo titoli generici. Gli sviluppatori cercano di stimare il tempo, ma senza informazioni complete è quasi impossibile. Alla fine, finiscono per tirare a indovinare, sperando che le stime siano sufficientemente accurate.


Gli errori delle stime temporali

Una volta ottenute le stime, il project manager confronta i tempi con il piano di Gantt e, nella maggior parte dei casi, i tempi stimati non corrispondono alle scadenze previste. A questo punto, si cerca di forzare i tempi per rimanere all'interno delle scadenze, ignorando il fatto che una pianificazione rigida non tiene conto degli imprevisti. Questo approccio, come direbbe una mia collega, è come fare i conti senza neanche l'osteria.


Perché pianificare il lavoro Agile è essenziale

Oggi, pianificare in modo rigido non è più una soluzione efficace, soprattutto nel mondo del software, dove ogni progetto è diverso e ci sono sempre imprevisti. La pianificazione tradizionale funziona bene nelle linee di produzione, dove le attività sono standardizzate e ripetitive, ma nel software serve un approccio più flessibile. Invece di basarsi su una pianificazione perfetta su carta, le aziende dovrebbero concentrarsi su una visione chiara del valore da portare ai clienti e su come raggiungerlo nel medio-lungo termine.


Conclusione

La pianificazione rigida e l'uso del diagramma di Gantt possono funzionare in contesti industriali standardizzati, ma non nel mondo del software, dove la flessibilità è fondamentale. È importante avere una visione chiara e adattabile, piuttosto che una pianificazione dettagliata e immutabile. Voi cosa ne pensate? Vi siete trovati anche voi in situazioni simili? Fatemelo sapere nei commenti, sono curioso di sentire le vostre esperienze. Alla prossima puntata e fino ad allora: keep it simple.



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